Vietare i cellulari a scuola? Una riflessione su controllo o responsabilizzazione
Gli ultimi commenti del ministro Valditara https://www.open.online/2025/06/07/giuseppe-valditara-cellulari-tablet-scuole-superiori/ hanno riportato alla ribalta il dibattito sull’uso dei telefoni cellulari a scuola. Le proposte di divieto vengono spesso presentate come la soluzione ai problemi di distrazione, calo di rendimento scolastico, ansia, bullismo etc. tra studenti. Ritorna pertanto il panico mediatico che ha investito dapprima la televisione, poi internet e i social e adesso concentra sullo smartphone i mali sociali del momento. Ma proibire è davvero la strada più efficace? O piuttosto dovremmo chiederci come insegnare ai ragazzi un uso consapevole e critico di uno strumento così centrale nella loro vita quotidiana?
Divieto o educazione all’uso?
Non possiamo negare che i telefoni a scuola possano essere fonte di distrazioni continue, di questioni legate alla privacy e alla gestione dei dati, alla disinformazione e alle molestie. Ma proprio per la pervasività di questi dispositivi nella vita quotidiana e negli ambienti informali dei giovani ha senso bandirli completamente dalle classi? L’esperienza in campo educativo ci suggerisce che, soprattutto in certe fasce di età, le regole imposte dall’alto tendono ad essere percepite come punitive e generano resistenze mentre quando le regole vengono discusse e negoziate, in famiglia e tra insegnanti e adulti, si ascoltano più punti di vista, si crea insieme un patto educativo e si sviluppa un senso di corresponsabilità per cui i ragazzi sono più inclini ad autoregolarsi e a rispettare quanto concordato facendolo anche rispettare dai pari nel gruppo.
Opportunità di media education
Un approccio educativo efficace non può basarsi sulla rimozione di ciò che non si riesce a gestire. Serve invece parlare di educazione digitale, consapevolezza e pensiero critico. Una didattica attiva potrebbe sfruttare i punti di forza della tecnologia digitale e trasformare i dispositivi in strumenti di apprendimento invece di combatterli. Lo smartphone può diventare una risorsa efficace per esempio in:
- Narrazione di contenuti, utilizzo di linguaggi multimediali, produzione di testi, immagini e video.
- Ricerca sul campo, comunicazione e comprensione dei dati e dei trend.
- Allenamento all’analisi delle fonti, delle competenze metacognitive e della riflessione.
E’ un discorso che deve però riguardare tutti perché spesso siamo noi adulti che non riusciamo per primi a dare l’esempio e gestire il proprio rapporto con il telefono. Non si può chiedere ai giovani di seguire regole che gli adulti stessi non rispettano. Lo smartphone per molti ragazzi non è solo un dispositivo ma oggi è un’estensione del proprio mondo. Vietarlo senza discuterne, senza accompagnarli in una riflessione critica, significa perdere un’occasione educativa importante e rinunciare alla possibilità di formare cittadini digitali consapevoli.
Affrontare questo tema a scuola o nel gruppo dei genitori
Come associazione di media education progettiamo percorsi formativi su misura per:
- Insegnanti: formazione pratica su come integrare l’uso consapevole delle tecnologie in classe;
- Genitori: incontri interattivi per comprendere meglio i comportamenti digitali dei figli;
- Studenti: laboratori di educazione digitale, benessere e responsabilità online.
